LE STRATEGIE POSTURALI
L'uomo fermo, nella sua posizione eretta, mantiene il suo equilibrio grazie a piccole ma continue oscillazioni che hanno lo scopo di controbilanciare la forza peso che tenderebbe, per effetto della gravità, a farlo cadere.
Infatti due risultati di forze uguali ed opposte dovute alla gravità e alla reazione vincolare del suolo, si applicano rispettivamente al suo centro di gravità (CDG) ed al suo centro di pressione (CDP). L'equilibrio viene ottenuto solo quando questi due vettori si trovano allineati sull'asse della verticale del soggetto.
Abbiamo dunque a disposizione due modelli meccanici per descrivere la dinamica posturale:
- Strategia di anca con la mobilizzazione del CdG
- Strategia di caviglia con la mobilizzazione del CdP
La finalità di queste strategie è quella di ottenere una verticale ottimale in modo che il soggetto mantenga il suo baricentro entro il suo poligono di appoggio.

Strategia di anca

Supponiamo che, per ipotesi, la sola strategia posturale attiva sia quella del centro di gravità e che il centro di pressione sia fermo, ridotto ad un punto. Il solo modo per allineare il CdG con il CdP è per il corpo quello di modificare la sua geometria. Il risultato viene ottenuto muovendo in consequenzialità tutti i segmenti come le braccia, le anche, le ginocchia in modo che la nuova posizione del centro di gravità risulti quanto più allineata al centro di pressione.
Ciò comporta un dispendio energetico molto elevato in quanto, in queste condizioni, la percezione del disequilibrio deve essere rapidissima nell'ordine di 8/10 di secondo con la messa in gioco di accelerazioni elevate che sono circa 6 volte maggiori di quelle del CdG.
Nelle situazioni comuni questa strategia è impiegata solo nei casi in cui si ha un perturbamento improvviso della postura e si vuole recuperare in tempi brevi un normale assetto posturale.

Strategia di caviglia

Anche qui si può ipotizzare che nella postura sia attiva unicamente la strategia del centro di pressione (CdP) ed inattiva quella del CdG il che implica che in corpo si considerato come rigido ed indeformabile.
Quando il centro di gravità oltrepassa la verticale del centro di pressione per recuperare uno stato di equilibrio è necessario che il centro di pressione vada al di là della verticale del CdG in modo da formare una coppia di richiamo. L'effetto di questa coppia è annullato dall'azione dei muscoli della regione posteriore della gamba.
È quello che accade quando un giocoliere cerca di tenere in equilibrio un bastone sull'indice.
Questa strategia è valida solo per aggiustamenti di una certa grandezza e mal si adatta agli aggiustamenti posturali fini.

La Stategia del "piede pilastro e piede motore"

Abbiamo visto come la strategia dell'anca comporti un gran dispendio d'energia poiché le grandezze in gioco sono notevolmente elevate e quindi non possa essere comunemente utilizzata, e come la strategia di caviglia sia inadatta per la regolazione posturale fine. È verosimile che l'organismo usi una soluzione più economica che si realizza a livello dell'arco metatarsale del piede.

Quando il CdP arretra sull'asse del pide destro da CP a CP' questo movimento presenta una componente sagittale e frontale poichè l'asse del pide non è mai parallelo all'asse sagittale del corpo. Affinchè la componente frontale del movimento del centro di pressione sul pide sinistro sia diretto nello stesso senso, bisogna che il centro di pressione avanzi sull'asse del piede sinistro da CP a CP'. La registrazione separata dei movimenti a livello del pide sinistro e destro, quale si ottiene con la piattaforma a quattro sensori separati (Kohen-Raz), dimostra come vi sia una netta asimmetria delle tracce del centro di pressione, potendo così definire il pide destro come pide pilastro e quello sinistro come piede motore.